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quale veniva affidato, riceveva un salario di 50 franchi al giorno, ossia 18.250 franchi ail'anno; che gli veniva inoltre pagata ogni spesa di mantenimento e di alloggio e che perfino i cavalli gli venicano forniti dal governo gli venivano forniti dal governo. Egli si guadagnava inoltre, per missioni speciali e straordinarie (come ad esempio per portare un dispaccio attraversando le file indiane) alle quali rischió sovente la vita, ricompense che variavano tra 500 e 2800 franchi. Queste missioni difficili procuravano a colui che era stato incaricato di ció, la fiducia dei suoi superiori, I'amicizia degli ufficiali e dei soldati dei quali diveniva I'idolo, come pure il rispetto e la considerazione unanime degli arditi pionieri e colonizzatori del Far West.

I figli del colonello Cody possono andare superbi dei servigi che il loro padres ha reso durante il tempo che servi sotto gli ordini di capi, la cui fama é universale, come:

I generali Shermann, Miles, Crook, Carr, Auger, Bankhead, Fry, Crittenden, Merritt, Switzer, Tony Forsythe, Duncan, Rucker, Smith, King, Van Vliet, Anson Mills, Reynolds, Harney, Greeley, Sheridan, Terry, Emory, Custer, Ord, Hancock, Royall, Penrose, Brisbin, Sandy Forsythe, Palmer, Dudley, Gibbon, Camby, Blunt, Hayes, Guy Henry, Hazen ed altri ancora.

AUTOBIOGRAFIA DEL GENERALE SHERIDAN.

OMAGGIO RESO AL COLONELLO CODY.

Il general Sheridan, nella sua autobiografia pubblicata nel 1880, narra il suo primo incontro con "Buffalo Bill" nel capitolo che é initolato : "Egli si assume un còmpito difficile" (cap. XII, pag. 281--289). Questo celebre ulficiale di cavalleria non ha mai cessato di mantenersi col suo antico esploratore in amichevoli relazioni e in corrispondenza fino alla sua morte, congratulandosi con lui delle sue felici imprese.

Dopo aver raccontato come aveva preparata la campagna invernale contro gl'Indiani nel 1868 attraverso le pianure aride dell'ovest, scrisse:

Le difficoltá ed i pericoli di ogni sorta che si potevano incontrare, decisero molti ufficali esperti ed uomini sicuri della frontiera, tali quali il vecchio Jim Bridge il famoso guida-esploratore dei giorni passati, di sconsigliarmi intraprendere simile avventura. Nondimeno mi risolvetti felice di mostrare agl'Indiani che avrebbero tutto da temere e che le difficoltá qualunque esse fossero, non ci arresterebbero malgrado le intemperie ed i rigori del clima -- un alleato sul quale essi avevano contato già troppo sovente.

"La prima notte dopo la nostra partenza, le nostre tende furono asportate da una burrasca. La tempesta era talemente violenta che fu impossibile di remetterle a posto; la pioggia e la neve facevano strage. Noi ervamo irrigiditi dal freddo e bagnati fino alle midolla; io mi ero rifugiato sotto un vagone ove passai una notte cosí terribile che al mattino le tristi ispirazioni del vecchio Bridger e degli altri, s'impossessarono dell'animo mio, come un incubo. Da quel momento compresi le difficoltá che avrei dovuto affrontare: la neve che acciecava, le strade gelate, un vento glaciale, nulla per riscaldarsi e in vista privazioni e sofferenze intense. Solo il nostro numero e [l'?]affetto che ci portavamo, ci scampó dalla morte, che generalmente era la triste sorte degli uomini della frontiera, delle guide e degli esploratori nelle loro missioni solitarie. Uno dei punti più importanti era d'assicurarsi guide compententi per ciascuna delle differenti colonne, poichè, come giá dissi, la regione nella quale dovevamo operare era relativamente sconosciuta.

"A quell' epoca, la cittá, delle ferrovie Hays City, era piena di cosidetti "esploratori indiani" che si vantavano del numero infinito di Pelli rosse che avevano massacrato, ma il vero esploratore -- val a dire una guida ed uno che s'intendesse delle tracce e che conoscesse bene le abitudini degl'Indiana -- era raro di trovare e pochi erano guegli comini che conoscessero la regione situata al sud dell'Arkansas; era quella la meta della nostra campagna.

Ciononostante trovammo nei diversi posti mílitari, uomini tra i quali si poteva fare una scelta ; noi ne impiegammo diversi i quali, sia per esperienza, sia per istinto, divennero

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